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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri

Sfogliando pagine ingiallite dal tempo, ho incontrato mio padre.
Fernando Sparvieri

Sopr'a 'na culline tra li fiure
se trove stu paese 'ncantate,
sciabbindette chi ci l'ha piantate
loche chiù belle 'n pute' truvà.
Evaristo Sparvieri


IL MULINO “PANTANELLA”

di Evaristo Sparvieri


Lo sapevi che fino agli anni quaranta esisteva in San Salvo un caratteristico mulino ad acqua, funzionante ed efficiente?

Esso era di proprietà del Comune, e veniva, periodicamente ceduto in affitto, con l’antico sistema dell’”Asta a candela”, a privati cittadini, che ne curavano la gestione con piena autonomia e responsabilità.

L’ubicazione era a ridosso della ferrovia , e precisamente, subito dopo il passaggio a livello, ora sostituito dal sottopassaggio, di recentissima realizzazione.

Lo stabile era costituito da un basso e ruvido fabbricato (con annessa abitazione del mugnaio), a cavallo del “formale” che stabilisce, ancora oggi, il confine fra le Regioni d’Abruzzo e Molise, e di cui, le acque cristalline, prelevate dal fiume Trigno,davano propulsione e forza alla lignea ruota che, di pale fornita ,imprimeva alla macina il necessario moto, atto a trasformare il pregiato frumento, in bianca farina, dall’ aspetto soffice e dal profumo semplice e soave.

La sua attività era ininterrotta e massiccia, essendo l’unico mulino funzionante nella zona , non solo al servizio della popolazione sansalvese, ma anche di quelle dei paesi viciniori.

E per questo, lo spazio antistante ad esso, era sempre affollato di persone, cavalli, muli, asini e carretti (in attesa del loro turno di macinazione), creando nel posto, un’atmosfera accogliente,gioiosa e simpatica.

Il paese, all’origine, era collegato ad esso per mezzo di una strada campestre, che, a seconda della stagione, risultava polverosa o fangosa: e così, vi rimase fino a che, intorno al 1860, non si ebbe la realizzazione della Strada Provinciale Trignina che, attraversando il nostro centro abitato , provvedeva al collegamento della Stazione Ferroviaria di San Salvo, con buona parte dei paesi ubicati nell’entroterra del vastese.

Della vecchia strada, oggi, rimane solo qualche breve ed insignificante tratto, ma resiste, indelebile, l’antico detto dei nostri Padri: ”Si’ chiù storte tu che la vi’ di lu muline” a significare il comportamento, poco leale, della persona a cui l’antifona era rivolta.

“Andare al mulino”, per i Sansalvesi , costituiva un momento di particolare importanza si dovevano prendere precedenti accordi col mugnaio, e azzeccare la giornata non piovosa, per non correre il rischio di riportare,a casa, la farina rovinata o impastata dalla pioggia all’interno del sacco che la conteneva.

Ma l’avvenimento era molto più sentito e molto più atteso dai bambini che, recandosi al mulino coi propri genitori, potevano assaporare la fortuna e la gioia di vedere “passare il treno” e quindi volare, con la fantasia, in paesi lontani e sconosciuti alla scoperta di cose nuove e di ambienti affascinanti.

Ora il vecchio e glorioso mulino, che dal popolo era denominato “Pantanella”, non esiste più : gli ultimi eventi bellici l’hanno completamente distrutto, ed al suo posto , oggi, sorge una fatiscente costruzione, riottenuta per risarcimento danni di guerra.

Dice il Poeta:”Il tempo con le sue ali spazza via ogni cosa” ed è vero. Così del vecchio “Mulino Pantanella”, oggi, non rimane altro, (nel ricordo di chi ha vissuto quei tempi), che il cupo e chiuso rumore dell’ ”amica macina“, e l’effusione che da essa, ne scaturiva, atta a rendere lo spirito allegro esereno per la gioia del pane quotidiano.

Per dovere di cronaca va detto che fu proprio in questo mulino che ebbe origine (in un anno, orami perduto nel tempo), la tradizionale usanza delle “Sagne di San Vitale”.

Evaristo Sparvieri