FRATELLI D'ITALIA
di Evaristo Sparvieri
Dell’ Inno Nazionale “Fratelli d’Italia, del poeta-patriota
Goffredo Mameli e musicato da Giuseppe Novaro (ambedue
genovesi), di solito si conosce solo la prima strofa di
esso,mentre le altre che, per il loro contenuto, sono di una
profonda e significativa importanza, vengono ingiustamente
trascurate se non del tutto dimenticate o addirittua per nulla
conosciute.
Pertanto, per chi ne fosse ignaro di esse, e principalmente per
correttezza, si riporta, qui appresso, per intero, il testo
dell’opera.
Fratelli d'Italia,
L'Italia s'è desta;
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma;
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci;
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti, per Dio,
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò.
Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò.
Evaristo Sparvieri