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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri

Sfogliando pagine ingiallite dal tempo, ho incontrato mio padre.
Fernando Sparvieri

Sopr'a 'na culline tra li fiure
se trove stu paese 'ncantate,
sciabbindette chi ci l'ha piantate
loche chiù belle 'n pute' truvà.
Evaristo Sparvieri


LA FIACCOLA OLIMPICA
di Evaristo Sparvieri





Lo sapevi che San Salvo, nei suoi annali, può annoverare e vantare di aver ospitata la “Fiaccola Olimpica”?

Lo storico avvenimento risale al 1948 allorchè i “Giochi Olimpici” si svolsero a Londra, e furono i primi ad aver luogo dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale.

Ma perché la “Fiaccola” a San Salvo?

In quel periodo, negli Stati Balcanici, non si era spenta competamente l’eco della guerra, e residui focolai di lotta permanevano in varie zone e fazioni di diverse ideologie politiche , si fronteggiavano aspramente, per la conquista del potere.

Far transitare il “Fuoco Olimpico ”attraverso quel territorio, significava mettere a repentaglio l’esito della manifestazione, in quanto si correva il rischio che esso non arrivasse a destinazione, anche perché vi furono segni di minaccia in tal senso, espressi da gruppi di ribelli armati e non ancora sedati.

Ed ecco, quindi che dal Pireo, il “Sacro Fuoco di Olimpia”, per via mare, viene portato a Bari, per poi poter risalire la nostra Penisola, e poter raggiungere il territorio inglese, dopo aver attraversata la Francia, e quindi, traghettato, il Canale della Manica.

La “Fiaccola” arrivò a San Salvo verso le ore undici del giorno 14 maggio 1948; era una splendidissima giornata di sole, e proveniva da Foggia , dove aveva trovata ospitalità per la durata di tutta la precedente nottata.

Il paese era in festa: un indicibile tripudio pervadeva l’ambiente: drappi, bandiere tricolori e insegne del CONI, adornavano le finestre ed i balconi delle nostre povere case; mentre un improvvisato e raccogliticcio concerto musicale, frammisto al suono di campane e a spari di mortaretti, intonava inni di vario genere:nazionali e popolari.

Per tutto il periodo di permanenza nella  nostra Cittadina,  l’ardente “Fiaccola ” trovò la sua collocazione su un tripode formato da fucili militari Mod. 91 (per l’occasione allestito) davanti al piedistallo del Monumento ai Caduti in Guerra dove vi rimase (onorata  dalla presenza di un Picchetto Armato dell’ Esercito) fino a verso le ore quattordici dello stesso giorno, per, poi,riprendere la sua marcia di trasferimento alla volta della Gran Bretagna.

Ripartì, condotta dal “tedoforo”di turno, fra due ali di popolo, schierate ai bordi della strada, accompagnata da scroscianti applausi, da palpitante entusiasmo e da alte manifestazioni di giubilo, di tripudio e di simpatia.

Il singolare storico avvenimento, è da trasmettere alle future generazione  non  solo  per l’eccezionalità del caso, ma principalmente, perché esso, dopo anni di guerra (che avevano procurato lutti e dolori all’intera umanità) rappresentava l’inizio di una nuova era in cui tutti i popoli, finalmente, potevano  risentirsi affratellati in un unico amplesso di pace e di amore.
Evaristo Sparvieri