Vità chiàme Vitalène...
di Michele Molino
Fino a una ventina d’ anni fa
a San Salvo era diffusa l’abitudine di dare al bambino il
nome del Santo patrono Vitale.
Bastava che una persona pronunciasse la parola “Vitale” o
“Vitalina”, si intuiva subito da che paese proveniva.
Purtroppo, non è più così. Da un’indagine condotta sui
nomi più diffusi a San Salvo, coloro che si chiamano
Vitale, rappresentano una specie in via d’estinzione.
Insomma, Vitale, è un nome che a San Salvo diventa sempre
più raro.
La nostra città rischia di perdere una delle sue belle
tradizioni, che in passato voleva che in ogni famiglia vi
fosse un figlio che tramandasse il nome del Santo Patrono
Vitale.
A dire il vero, in passato, la vasta diffusione del nome
Vitale, creava spesso equivoco ed imbarazzo nell’ ambito
dei rapporti interpersonali.
A tal proposito, si ricorda questo aneddoto: ”Vità
chiàme Vitalène ca da iè a la càse de fràtime Vitàle pi
vidà si ci sta Vitalucce, ca da iè a chiamà cumbà
Vitale, lu iénnere di Vitalàune" (Vitale, chiama
Vitalina e dille che deve andare a casa di mio fratello
Vitale per vedere se c’è Vitaluccio, il quale deve andare
a chiamare compare Vitale, genero di Vitalone).
Che tristezza veder scomparire Vitale, il nome simbolo dei
Salvanesi.
Qualcosa si può fare.
Il sindaco o l’assessore alla cultura potrebbero istituire
un omaggio simbolico a quelle coppie che scelgono di
chiamare Vitale il nascituro.
Michele Molino