Ricordi della guerra
Il bombardamento a Cupello
di Maria Mastrocola in
Dulbecco
Spesso tra le notizie che il
telegiornale ci propone apprendiamo che, in zone di
guerra, sono stati bombardati civili per errore. Non posso
non ricordare di aver vissuto una situazione simile.
Seconda guerra mondiale 1943.
Dopo il famoso armistizio dell’8 settembre, gli alleati
vennero su per la nostra Italia dalla Sicilia, su per la
Calabria, Puglie e il primo fronte organizzato dai
tedeschi per fermare l’avanzata è stato sul Trigno, al
confine con l’Abruzzo, proprio nel mio paese San Salvo.
Nell’imminenza dello scontro i tedeschi ci hanno fatto
evacuare da San Salvo verso nord. Noi siamo andati a
Cupello dove mia madre aveva dei parenti.
Quello che volevo dire ora è che noi eravamo sfollati a
Cupello per non essere sulla linea del fronte, ma da lì si
sentivano i cannoneggiamenti e spesso si assisteva a
duelli aerei tra i due contendenti.
Una mattina tutti assistemmo al sorvolamento di due aerei
da ricognizione che si abbassavano sul paese e poi
rialzandosi si allontanavano.
Al mattino dopo ci accorgemmo che i tedeschi erano
spariti. Nessuno più nelle cucine che erano di fianco a
noi, nessuno più nel palazzo dove c’era il comando tedesco
e ci era sembrato un buon segno pensando che erano in
arrivo gli alleati.
Ed invece verso le 10 o 11 arrivarono formazioni di
bombardieri che avevamo visto passare precedentemente
disposti a V.
Questa volta però non erano di passaggio, si abbassarono e
bombardarono proprio sopra di noi. Tutti abbiamo trovato
un riparo di fortuna; noi in 19 persone sotto un
sottoscala che ha resistito alle esplosioni salvando le
nostre vite mentre attorno tutto era crollato.
Era accaduto che gli aerei da ricognizione del giorno
precedente avevano fotografato le postazioni tedesche e
quindi i loro i bombardieri erano sicuri di colpire quei
tedeschi che avevano capito ed erano fuggiti.
Morirono tutti i civili ignari e fu veramente una strage.
Famiglie intere scomparse sotto quei bombardamenti , la
mia famiglia, tutta salva e so di aver
raccontato di questi avvenimenti e li trascriverò appena
mi imbatterò in quei foglietti.
Ora volevo solo raccontare cosa vuol dire morire per un
errore come spesso apprendiamo.
Maria Mastrocola in Dulbecco