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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










I tre tenores
(Quel karaoke dìaltri tempi)

di Fernando Sparvieri



 


Alla sera, dopo il ritorno dai campi, tutti a lu Munuménte (al Monumento ai Caduti).

Era diventato, per i giovani sansalvesi, un appuntamento imperdibile.

Dall'autoparlande (dall’altoparlante) de la putéche di Urine Jnnarìlle (della bottega di Guerino Cilli), che aveva aperto negli anni ’50, in Via Roma, in prossimità de lu munemente (del Monumento ai Caduti), un negozio di radio, biciclette, fornelli a gas e primi elettrodomestici, fuoriuscivano voci di cantanti locali, in una specie di antico karaoke, senza base musicale.

Era da poco “uscito” il microfono e cosa c’era di meglio, da parte di alcuni giovani aspiranti cantanti, di farsi una bella cantata al microfono, seppure solo a voce nuda, senza alcun accompagnamento musicale, emulando gli idoli di quel tempo, come Beniamino Gigli, Claudio Villa ecc.

Era una vera novità il microfono per quei tempi. Solo i professionisti cantavano con il microfono ed averlo tra le mani, ai nostri amici, pareva di essere non a San Salvo, ma a Sanremo.

Il più assiduo, tra questi, era Giuseppe Argentieri, meglio conosciuto in paese come Jseppe Rasannelle, che aveva una voce possente e melodiosa. Non era il solo però. Partecipavano a turno a queste esibizioni, in una sorta di tacita sfida a chi era il migliore, Denatúccie la cinciáre (Donato Talamo) e Rocco Martelli, il papà di Nicola, il geometra, che era dotato di una voce da far invidia a Claudio Villa, uno dei suoi beniamini.

Con Donato Talamo, emigrato in Belgio nel dopoguerra, dove andrà a fare il minatore, subentrò una voce nuova, Vitale Baldassarre, il papà di Guerino, il medico, più giovane rispetto agli altri, che cantava come un usignolo.

Guerino Jnnarille, fratello di Virgilio, il padrone del negozio, era un vero istrione. Da dentro la sua bottega, in un italiano stentato, faceva il presentatore, annunciando al microfono le esibizioni dei cantanti.

Il pezzo forte di Giuseppe Argentieri, era "Mamma", mentre Vitale Baldassare si esibiva in "O sole mio" e Rocco Martelli in "Granada". Non mancavano i pezzi d'obbro (le opere liriche), con Argentieri che interpretava addirittura la "Traviata" e il "Rigoletto", mentre Vitale e Rocco, un po' più musical-popolari, rispondevano con l'Ave Maria di Schubert o di Gounod. Il loro repertorio era vasto ed intercambiabile.

Volendo fare una analogia con oggi, i nostri tre amici erano i nostri "Tre Tenores", con Giuseppe Argentieri paragonabile a Luciano Pavarotti, Vitale Baldassare a Placido Domingo e Rocco Martelli a Jose Carreras.

Il pubblico, divertito, li ascoltava fuori.

Quando uscivano venivano accolti tra sorrisi, strette di mano, complimenti e tanti e tanti calorosi applausi, come si fa oggi con le stars del mondo della canzone.

E forse anche loro, incosciamente, si sentivano stelle di quell'antico firmamento musicale locale.

Nessuno però chiedeva loro l'autografo, anche perchè erano in molti coloro che firmavano ancora con il segno di croce.

Erano i tempi in cui si passava dall'ascolto delle "stelle" alle stalle.

Fernando Sparvieri

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Voci di "Casa nostra"
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Si ringrazia Tonino Longhi ispiratore e fonte di notizie del racconto.
 







I racconti di Fernando Sparvieri

Indice

Gente, usi e costumi del mio paese



Un libro sul web

MA CHI SAREBBERO
LI SALVANESE

di Fernando Sparvieri

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I forestieri a San Salvo



I racconti del mare

I pionieri del mare ed altro


di Fernando Sparvieri
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Emilie de Felicìlle
(Emilio Del Villano)















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