(Il passaggio per Montenero)
di
Fernando
Sparvieri
Briganti
Certamente in molti avranno udito talune espressioni,
tipicamente sansalvesi, pronunciate sopratutto dagli
anziani, in cui si fa riferimento ad un luogo,
presumibilmente ubicato tra San Salvo e Montenero di
Bisaccia, denominato "
Lu pásse de Mundenìre" (Il
passo di Montenero).
Dove si trovasse esattamente quel luogo, con le scarne
notizie oggi a disposizione, è un po' difficile da
stabilire, ma senza ombra di dubbio, doveva essere un
posto in cui si appostavano i briganti per tendere agguati
ai malcapitati viandanti, chiedendo loro una specie di
illecito pedaggio, pena, in caso di rifiuto, di incorrere
in guai peggiori per l'incolumità fisica.
La povera gente, sotto costrizione, pagava e zitta.
Da qui quindi nascono i detti, alquanto offensivi, quali:
"
Quesse z'è messe a lu pásse de Mundenìre", oppure
"Ti si' messe a lu pásse de Mundenìre" o ancora "
Ma
vatte a màtte a lu pásse de Mundenìre!" (Trad.
"Quella persona si è messa al passo di Montenero" oppure
"Ti sei messo al passo di Montenero" o ancora "Ma vai a
metterti al passo di Montenero!"), tutte allusioni che
facevano riferimento ad una condotta immorale che
ricordava quella dei briganti.
Ciò che mi ha colpito, a ripensarci oggi, è l’attualità di
questi modi di dire, che sembrano non aver subito l’oblio
del tempo.
Infatti
sono trascorsi secoli dalla fine del
fenomeno del brigantaggio, ma queste espressioni,
ereditate dagli anziani, a pensarci bene, o meglio male,
suonano ancora oggi appropriatissime quando qualcuno, con
la
"q" minuscola o con la
"Q" maiuscola,
agisce in modo simile ai briganti, senza aver bisogno di
far passare le persone necessariamente per "Il passo di
Montenero".
I briganti cambiano il "p...asso", ma non il vizio.
31/5/2014
Fernando Sparvieri