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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi









Le lébbre de storie
(I libri di storia)
(Fatterelli)

di Fernando Sparvieri





Con l'avvento dei social ed in particolar modo di Facebook, tutte capescie (tutti hanno la presunzione di capire), io compreso.

Si parla di politica coma se niénde fusse (con facilità, come fosse niente), di economia mondiale coma se niénde fusse, di scienza e medicina coma se niénde fusse, insomma di qualsiasi argomento che ad una persona gli salta in mente, coma se niénde fusse.

E coma se niénde fusse ogni tanto ze leteghe pìure (si litiga pure, si discute animatamente). Succede quando qualcuno non è d'accordo su quanto scritto in un post, ed iniziano commenti e contro commenti, in cui ognuno sostiene di avere ragione. Nulla di scandaloso. E' la cosidetta piazza virtuale, lo specchio della società odierna e moderna, anzi direi la fotografia del mondo attuale, in cui ognuno ama narcisisticamente mostrarsi, farsi i selfie, magari con qualche ritocco, farsi gli auguri, abbracciarsi virtualmente, un po' come abbiamo imparato dai films americani, ma che denota anche una certa litigiosità, quando qualcuno sostiene tesi che si scontrano con la propria visione del mondo, così come si assiste in trasmissioni televisive, in cui certi personaggi famosi sembrano avere il dono dell'infallibilità di pensiero e guai a chi lo mette in discussione.

Indubbiamente nel facebook nostrano non siamo ai livelli di certe litigate memorabili televise, come Sgarbi insegna, anzi a volte si assiste anche a divertenti siparietti che fanno sorridere, ma detto in parole povere, in una società in cui è più di moda apparire che essere, a tutti, sotto sotto, presunti intellettuali e no, dà fastidio essere contraddetti in diretta social mondo visione, ed allora non si accetta volentieri la critica, anche positiva, e si persevera nel difendere la propria tesi, talvolta arrampicandosi anche sugli specchi, pur di dimostrare che quanto sostenuto è giusto.

E' stato sempre così, da che mondo è mondo. Anche prima dell'avento dei social.

A tal proposito mi torna in mente una divertente scenetta a cui assistetti di persona, che mi fa sorridere tutt'oggi quando ci ripenso, nonostante il clima in cui avvenne non era e non poteva essere dei migliori.

Successe la notte della veglia funebre del mio nonno materno, Sebastiano Napolitano.

Come dice quel detto popolare che recita: "Non c'è un funerale senza una risata ed un matrimonio senza pianto", quella notte, almeno per quanto mi riguarda, il detto si rivelò, nonostante la circostanza, esatto.

Come succede tutt'oggi durante le veglie funebri, anche quella notte le donne si fermarono a recitare preghiere e parlare fra di loro nella camera ardente, attubbanénne lu morte de chiécchiera murte , cioè riempiendo di chiacchiere, con qualche pettegolezzo, la camera in cui giaceva la salma. I maschi, invece si intrattennero lungo il corridoio ed in cucina, seduti intorno al tavolo, parlando tra di loro del più e del meno.

Inevitabilmente il discorso scivolò sulla politica e su aspetti di vita ecomica e sociale del paese.

I più coinvolti nel discorso erano Virgilio Cilli, il cavaliere, famoso per la sua pompa di benzina AGIP in Via Roma, democristiano, che sosteneva con calma che il suo partito aveva cambiato volto all'Italia; l'altro era suo cognato Gine lu barreste (Luigi Fabrizio), ex sarto, poi barista e proprietario del Bar Centrale, mai impegnato politicamente, che, con altrettanta calma, quella notte era in vena di contestazione. Entrambi, pur essendo ottimi ragionatori, in gioventù, come la gran parte dei loro coetanei, avevano studiato all'università della vita e quindi il loro rapporto con la lettura e con i libri, non era mai stato idilliaco e preponderante.

"All'Etalie 'nze capescie niénde" (Qui, in Italia non si capisce niente), disse Gino ad un certo punto del discorso, aggiungendo: "Te vulàsse fa avvedà gna funziàune le cose a la Frangie, a la Svizzere, a la Germanie" (Vorrei farti vedere come funzionano bene le cose in Francia, in Svizzera ed in Germania).

"E ti gna fi' a sapàrele se a la Frangie, a la Svizzere e a la Germanie 'nci si' ma' state" (E tu come fai a saperlo se in Francia, in Svizzera ed in Germania non ci sei mai stato), gli chiese Virgilio per spiazzarlo.

"Ah!",
gli rispose Gino. "Allaure le lébbre de storie ne 'seste?" (Ah! Quindi secondo te i libri di storia non esistono?).




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Facebook ed il muso a pircillìccie
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Gino Fabrizio
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Cav. Virgilio Cilli
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2 Marzo 2022




I racconti di Fernando Sparvieri

Indice

Gente, usi e costumi del mio paese



Un libro sul web

MA CHI SAREBBERO
LI SALVANESE

di Fernando Sparvieri

Indice

I forestieri a San Salvo



I racconti del mare

I pionieri del mare ed altro


di Fernando Sparvieri
Indice

Emilie de Felicìlle
(Emilio Del Villano)















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