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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










Bartali e Coppi
ed il Zi' Peppe della signora Dima

di Fernando Sparvieri


Coppi e Bartali

Dopo la guerra, San Salvo, così come il resto dell’Italia, era divisa in due fazioni ciclistiche: i bartaliani ed i coppiani. I bartaliani erano i tifosi di Gino Bartali, campione toscano molto vicino alla Chiesa e per questo molto amato dai democristiani; i coppiani, invece, erano quelli che tifavano per Fausto Coppi, il campionissimo, che pure cattolico era, ma che per antagonismo politico, era molto amato dai comunisti e dalla sinistra in genere. Come si legge su Wikipedia: “Questa divisione era soprattutto strumentale, e poco aderente alla realtà dei fatti: Coppi e Bartali insieme erano stati ricevuti dal Papa. Tuttavia, la forte immagine cattolica-democristiana di Bartali necessitava di una figura in antitesi che rappresentasse i movimenti socialisti, per cui Coppi venne eletto a simbolo dei partiti di quest'area, che si identificavano anche con la laicità del campione”.

Fatto sta che questa contrapposizione, come si legge sempre su Wikipedia, caratterizzò il secondo dopoguerra italiano e contribuì in modo fondamentale a rendere il ciclismo uno sport di massa, al centro dell'attenzione dei mass-media.

La rivalità tra coppiani e bartaliani non risparmiò San Salvo.

Luogo di “scontro” tra le due tifoserie era il Bar Balduzzi, che era gestito da un giovane Leone Balduzzi. Questo bar all’avanguardia per l’epoca (sino ad allora vi erano state le tradizionali cantine in cui si beveva principalmente il vino) era il luogo preferito sopratutto dalla gioventù sansalvese, dove, oltre a giocare a bigliardo, si potevano gustare i primi caffè Illy, le prime aranciate San Pellegrino, acquistare prodotti di marca come Alemagna e Motta e giocare la schedina, essendovi la prima ricevitoria del totocalcio.

Orbene, nel mese di maggio, nel periodo del Giro d’Italia, il Bar Balduzzi, diveniva il luogo preferito tra i coppiani e bartaliani, per dare sfogo a tutto il loro tifo “di parte”.

Gli sfottò alla vittoria dell’uno o dell’altro si protraevano a volte per giornate e settimane intere.

I coppiani, come era logico, sostenevano che il loro campionissimo era più forte di Bartali, mentre i tifosi di quest’ultimo, alle vittorie di Coppi, spesso controbattevano sostenendo che Ginettaccio era più anziano rispetto al rivale e che se la guerra non lo avesse fermato nel periodo del suo massimo splendore e sopratutto non avesse avuto problemi con il regime fascista, a cui si era opposto di diventare una bandiera, il loro idolo avrebbe vinto molto di più di Coppi.

I coppiani al contrario, rispondevano che anche il loro Fausto era stato fermato dalla guerra, in quanto era stato richiamato alle armi come fante nella Divisione Ravenna per la campagna del Nord-Africa, e che quindi anche il loro beniamino avrebbe potuto annoverare più vittorie nel suo palmares, se i tristi eventi bellici, non gli avessero impedito di abbandonare l’attività agonistica.

Fatto sta, che mentre i due, pur nella loro rivalità sportiva, si passavano la borraccia sul passo Galibier, si aiutavano a vicenda, venivano ricevuti in Vaticano da Pio XII o partecipavano insieme al “Musichiere, una delle prime trasmissioni a quiz televisive condotte da Mario Riva, i giovani sansalvesi vivevano questa rivalità in modo esasperato, con sfottò a voce alta, per far valere ognuno le proprie convinzioni.

Le loro discussioni, dinanzi al Bar Balduzzi, spesso si protraevano sino a notte inoltrata ed in una San Salvo, già immersa di giorno in un silenzio surreale, vi lascio immaginare quale schiamazzo facessero a mezzanotte, ed a volte sino alle prime ore dell’alba.

Vi è da premettere che a San Salvo, in quel tempo, non vi erano ancora le fognature e che i bisogni venivano espletati nei “Zi Peppe”, così erano chiamati affettuosamente ed allegoricamente i pitali.

Dirimpetto al bar Balduzzi, in C.so Umberto, vi abitava Febo Borzacchini, persona buona, che proveniva da una famiglia circense. Febo che era stato clown del suo circo, un vero artista, sempre con la battuta pronta, lontano parente del famoso Mario Umberto Baconin Borzacchini, pilota automobilistico italiano degli anni venti e trenta, aveva preso fissa dimora a San Salvo e pur non parteggiando in modo evidente per Coppi o Bartali, si divertiva la sera, sedendosi dinanzi casa, ad ascoltare le discussioni delle due fazioni, facendo ogni tanto una battuta delle sue.

Senonché una notte avvenne quello che nessuno osava immaginare.

La signora Dima, moglie di Febo, donna energica e dal carattere molto deciso, non nè potè più.

Dopo notti di maggio insonni, aprì la finestra e voilà... fece letteralmente volare dal davanzale il contenuto del suo “zi peppe” che per ironia della sorte inzuppò l’ignaro marito Febo, tra l’ilarità generale.

Da quella sera le discussioni su Bartali e Coppi subirono una battuta d’arresto.

La signora Dima li aveva messi tutti d’accordo: emigrare in altro luogo.

La pragmaticità femminile era già all’epoca infallibile.

Fernando Sparvieri

8 Maggio 2013

NOTA:

Per la cronaca, a proposito della rivalità e dell'amicizia tra Coppi e Bartali, che i due fossero amici lo dimostra il fatto che Coppi corse i primi anni della sua carriera con la Cicli Legnano, squadra di cui Bartali era il capitano, e la concluse, purtroppo tragicamente, proprio in una squadra ciclistica che era stata fondata da Bartali dopo che quest'ultimo si ritirò dall'attività agonistica.





I racconti di Fernando Sparvieri

Indice

Gente, usi e costumi del mio paese



Un libro sul web

MA CHI SAREBBERO
LI SALVANESE

di Fernando Sparvieri

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I forestieri a San Salvo



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Emilie de Felicìlle
(Emilio Del Villano)















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