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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Gente del mio paese




di Michele Molino




Addio Nicola De Luca, portiere della Tenax
storica squadra degli anni ‘50
(Lo chiamavano lupo per la sua agilità e sicurezza tra i pali)

di Michele Molino

Tenax anni '50


Nella foto accosciato, con il pallone tra le mani, il portiere Nicola De Luca, detto Lupo.
Tra i dirigenti si riconoscono a sin. Alfiere Evangelista, con giacca e cravatta e Tonino Longhi, il terzo da destra con giacca, cravatta e pullover scuro, tra i fondatori qualche anno prima della mitica squadra.

Si è spento a 79 anni, Nicola De Luca, portiere della Tenax, storica e gloriosa squadra di San Salvo degli anni 50’.

I tifosi lo chiamavano lupo per la sua incredibile agilità e prontezza tra i pali. Difese per circa 10 anni la porta della squadra della sua città. Scattante come un felino, coraggioso e sicuro nelle uscite.

Allenava la squadra un geometra giovanissimo, Mario Ciavatta, uno dei pochi in tutta San Salvo ad avere il diploma delle scuole secondarie superiori.

Il campo occupava l’area compresa tra la via Socrate e via Omero e non era recintato. Le condizioni del campo erano pessime: in inverno veniva sommerso dalle acque della pioggia, d’estate si faceva duro e pieno di crepacci, pietre sparse ovunque. Non per niente i giocatori avevano bubboni e cicatrici in ogni parte del corpo.

Nicola a 10 anni venne preso come apprendista calzolaio. A 12 era già bravo a cucire le tomaie con una particolare tecnica, facendo uso della subbia e lo spago incerato.

Il padre “Paulìcce dilìque” era il banditore del paese.

Diventato adolescente, Nicola comprò un vecchio desco con relativi attrezzi da ciabattino e si mise in proprio. Non potendosi accollare le spese per l’affitto di qualche piccolo locale, si sistemò in un angoletto della casa. Quando la giornata era bella, piazzava il desco sul marciapiede davanti casa dove c’era sempre gente intorno: compagni di squadra, amici, clienti. Tre volte alla settimana lasciava il lavoro, per andare ad allenarsi.

Quante partite contro le squadre dei paesi vicini! Non si pagava il biglietto d’ingresso.

Alla fine del primo tempo passava un dirigente con un cestino, dove ognuno offriva ciò che poteva, per sostenere le spese della squadra. Le partite più emozionanti venivano solitamente organizzate durante le feste patronali. Quante volte, Nicola, con i suoi voli acrobatici evitò la sconfitta. Usciva dal campo sempre tra gli applausi. “Lupo” se n’è andato, ma resterà per sempre nella storia del calcio sansalvese .

Michele Molino






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