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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Sotto la torre

(Sàtte a la tàrre)


I racconti della signora Annina



La stella cometa

di Annina Fabrizio


Foto del disegno originale realizzato da Pierino Fabrizio padre di Annina


Pierino non sapeva se fosse un buon segno o l’inizio di una catastrofe, ma di sicuro sapeva che l’apparire della stella cometa indicava ai Re Magi la strada verso Betlemme, nella capanna dove nacque Gesù Bambino.

Avvicinandosi il Santo Natale, Pierino, insieme alle sorelle, era solito preparare, tutti gli anni, un bel presepe in casa. Mettevano tutti i personaggi: pastori e animali, ruscelli e luci nella grotta; non doveva mancare la statuina della Madonna, San Giuseppe, Gesù bambino, il bue e l’asinello, sopra la grotta mettevano una grande stella cometa.

La notte di Natale nasceva Gesù Bambino e mettevano il Bambinello nella mangiatoia. Il giorno dell’Epifania, invece, avvicinavano alla capanna le statuine dei Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che portavano in dono a Gesù bambino oro, incenso e mirra. Pierino era felicissimo quando ogni anno doveva preparare il presepe insieme alle sue sorelle.

In una giornata del mese di luglio del 1910, vi era un caldo insopportabile. Antonio, il padre di Pierino, andò a letto ma non riuscì a prendere sonno. Verso le 21:30 si alzò dal letto e aprì la finestra per respirare un po’ d’aria. Ad un certo punto, alzò gli occhi verso le colline di Montenero e vide una grande luce rossa a forma di una stella, con un lungo strascico. Egli rimase molto sorpreso, poi, ricordandosi, pensò che aveva già sentito parlare del fatto che ogni tanto avveniva l’apparizione di una stella cometa.

Antonio senza pensarci due volte chiamò sua moglie: “Maria…Maria…Maria vieni a vedere, c’è una sorpresa, forse è apparsa la stella cometa”. Lei subito si alzò e nel vedere la stella rimase meravigliata.

Pierino, che stava dormendo, sentendo delle voci si svegliò di scatto e si recò anche lui verso la finestra e vide come un raggio di sole che illuminava il cielo, il fiume, le campagne e anche la sua finestra. Nel vedere quello spettacolo saltò per la gioia e non riusciva a capire cosa potesse essere accaduto. Pierino era un ragazzo molto curioso, intelligente e prestava molta attenzione a tutto ciò che vedeva, allora, prese carta e penna e cominciò a disegnare quella stella come apparve ai suoi occhi.

Pierino il giorno dopo incontrandosi con gli amici, raccontò tutto quello che aveva visto la sera prima, ma i suoi amici lo derisero poiché non credevano a ciò che lui raccontava. Giulio gli disse: “Io penso che quello che ci racconti è stato solo un sogno che hai fatto”. Pierino rimase mortificato e non parlò più di quella bella avventura che aveva vissuto.

Alcuni giorni dopo i cugini di Antonio fecero visita alla famiglia: Domenico, Pasquale, Vincenzo e le loro mogli. Antonio, un po’ preoccupato, disse: “L’Avete vista? Alcune sere fa è apparsa una grande stella cometa”. Domenico rispose: “Si che l’ho vista, ora dobbiamo preoccuparci, io ho sempre sentito dire da persone anziane, che l’apparire della stella cometa ha sempre procurato tanta paura tra il popolo, essa annuncia una catena di sciagure, morti, sventure, terremoti, guerre, pestilenze e carestie”.

Tutti rimasero sbalorditi e preoccupati nel sentire queste parole.

Domenico continuò dicendo: “Come dovrò fare? Ho mia moglie malata e per curarsi ogni anno spendo tanti soldi per le medicine, altrimenti non ce la fa a vivere”.

Pasquale quasi con le lacrime agli occhi disse: “Come dovrò fare io?! Quest’anno si deve sposare mia figlia Angiolina, le ho promesso mille lire per dote, le devo comperare la camera da letto, il corredo, l’abito da sposa. Il giorno delle nozze voglio fare una bella festa e invitare tutti i parenti e gli amici”.

Vincenzo, anche lui preoccupato, esclamò: “Speriamo che siano solo chiacchiere… altrimenti sono rovinato! Ho costruito una casetta ... ma non bastandomi i soldi ho fatto tanti bei debiti. Dopo il raccolto devo restituire i soldi a compare Nicola, altrimenti ci rovineremo l’amicizia”.

Intanto passavano i giorni e per fortuna nessuna sciagura all’orizzonte.

Si avvicinò la mietitura del grano.

Una mattina, il cielo era coperto di grandi nuvole nere e iniziò un fragoroso temporale con lampi, tuoni e vento. Questa tempesta buttò tutto il grano a terra e ci fu un misero raccolto, Antonio non poté neanche dare uno staio agli artigiani che gli avevano fatto i lavori durante l’anno.

Pasquale non poté dare mille lire di dote a Angiolina, le nozze si dovettero celebrare con una bella festa, solo con parenti più stretti ma gli sposi, comunque, vissero una vita felici e contenti.

Domenico non fece mancare assistenza alla moglie, tutti i parenti gli diedero aiuto, ognuno come poté e lei guarì e aiutò il marito nel suo lavoro.

Vincenzo non riuscì a restituire i soldi al compare Nicola, ma lui gli disse di non preoccuparsi, capì la situazione e gli disse di restituire i soldi appena gli sarebbe stato possibile.

Quell’anno successero tante cose brutte, ma anche tante cose belle come tutti gli anni.

Pierino ascoltando tutti questi discorsi pensò tristemente tra sé che quella stella che aveva visto anche se così bella, non era come quella che ogni anno metteva nella grotta per illuminare la strada ai Re Magi, per portare i doni a Gesù Bambino.

Pierino non volle pensare più a quella stella cometa che porta tante disgrazie ma nel cuor suo rimase sempre il pensiero per la grande stella cometa che indicava la strada ai Re Magi per portare oro, incenso e mirra a Gesù Bambino.

Annina Fabrizio




I racconti
della signora Annina


Annina Fabrizio
in De Nicolis














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